6 novembre – 8 dicembre 2019
BAM – Biennale Arcipelago Mediterraneo: Über Mauer
Palermo, sedi varie

BAM è un festival internazionale di teatro, musica e arti visive dedicato ai popoli e alle culture dei Paesi che si affacciano sul mare, incentrato sulle tematiche dell’accoglienza e del dialogo.
Palermo continua così a portare avanti la sua visione etica e culturale di laboratorio sociale tra i più importanti del Mediterraneo.

L’edizione 2019 di BAM – Biennale Arcipelago Mediterraneo, dal titolo Über Mauer, si svolge dal 6 novembre all’8 dicembre nell’anno in cui ricorrono tre anniversari di forte significato politico e simbolico: i trentennali della caduta del Muro di Berlino e della rivolta di Piazza Tienanmen e il cinquantenario dei moti di Stonewall.
Da questi spunti storici prende avvio il progetto che vede un ricco palinsesto di eventi, disseminati nei luoghi storici della città, dal centro alla periferia, con la partecipazione di artisti di fama internazionale.
Il programma è stato scritto a più mani da Fondazione Merz e da European Alternatives, che per l’occasione sposta a Palermo il proprio Transeuropa Festival, assieme ai vari attori della vita culturale, artistica e politica della Città di Palermo.

Ogni città è una comunità a sé, scriveva Aristotele, svelando così una delle grandi tensioni che ci accompagnano ancora oggi: quella fra l’universalismo di nozioni quali umanità e giustizia e il carattere invece spesso respingente della polis, definita per contrasto con chi non ha diritto di cittadinanza.
Ma è possibile fondare una comunità politica sullo sconfinamento?
È possibile risolvere quella che Zygmunt Bauman considerava la sfida del momento, ossia “progettare – per la prima volta nella storia umana – un’integrazione che non sia più fondata sulla separazione”?
Questa condizione la ritroviamo pulsante, già oggi, in una città plurale come Palermo: il centro del mediterraneo; la cerniera culturale e politica tra continenti, forte di una vocazione transculturale.
BAM – Biennale Arcipelago Mediterraneo re-interpreta e unisce attraverso l’arte i luoghi iconici della polis, mettendo in comunicazione il passato con il presente, verso una prospettiva di continuo cambiamento e inclusione, che come ci ha insegnato il filosofo Walter Benjamin, ci dovrebbe portare, sempre più, a “rendere familiare ciò che è straniero e straniero ciò che è familiare”.